Zilio, Physioclinic: La bellezza di uno sguardo

L’intervista con il dottor Dino Zilio, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, Dirigente I Livello e Tutor Ospedaliero presso la U.O. di Chirurgia Plastica dell’Istituto Policlinico San Donato I.R.C.C.S. e tra i medici di Physioclinicsulla blefaroplastica.

La blefaroplastica è l’intervento di chirurgia plastica più richiesto.Il dottor Dino Zilio spiega in cosa consiste, i tempi di recupero, chi ha le competenze giuste per farlo bene. Tenendo sempre presente che non c’è intervento estetico sulle palpebre che non sia collegato all'aspetto funzionale. “Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”, ha scritto Paulo Coelho. Sarà anche per questo che la blefaroplastica, la chirurgia estetica delle palpebre, è considerato l’intervento principe per restituire bellezza al volto di una persona. Ma il rimodernamento delle palpebre, l’intervento più richiesto sia dalle donne che dagli uomini, può avere anche ragioni funziona-li oltre che estetiche. In ogni caso anche la blefaroplastica più semplice implica un collega-mento diretto con l’aspetto funzionale della palpebra. E per questo non va mai banalizzata. Come afferma il dottor Dino Zilio, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Il dottor Zilio, che fa parte dei medici di Physioclinic, è Direttore del Centro di Medicina e Chirurgia Estetica dell’Istituto Policlinico San Donato ed è anche Dirigente Medico di I Livello presso la Unità Operativa di Chirurgia Plastica dello stesso Policlinico. Dottore, proviamo a far capire a cosa serve e in cosa consiste la blefaroplastica… C’è la blefaroplastica come modellamento palpebrale meramente estetico e c’è la blefaroplastica nel senso funzionale. La prima interviene su un eccesso di pelle sulla palpebra inferiore o superiore, oppure sulle classiche borse sotto gli occhi, che sono cumuli adiposi presenti in tutti, ma che a volte, in particolare con l’età, tendono a diventare ipertrofiche e voluminose. La seconda intervenire, ad esempio, su una palpebra superiore che scende (chiamata ptosi palpebrale), verticalizzando la palpebra stessa e aprendo l’occhio. In una ptosi senile dobbiamo considerare se il muscolo elevatore della palpebra si è allungato, o se la palpebra copre il campo visivo. C’è anche l’entropion, che sono i mal posizionamenti palpebrali e allora bisogna fare una blefaroplastica letta nelle cantoclastiche, lavorando nel ritensionamento palpebrale, per mettere a posto la palpebra che tende ad essere versa, dando quel fastidio molto comune nelle persone anziane. La blefaroplastica ha tempi di recupero lunghi? Una blefaroplastica solo superiore o solo inferiore ha un tempo di recupero di circa una settimana: tolti i punti il paziente può riprendere la sua attività lavorativa anche due giorni dopo l’intervento, basta che porti degli occhiali da sole e svolga un’attività in un ambiente pulito. Per un intervento su tutte e quattro le palpebre i tempi si allungano a dieci giorni, ma il paziente già dopo tre giorni può tornare a lavorare. Anche l’edema, il gonfiore dovuto all'intervento, che ad alcuni pazienti suscita imbarazzo a farsi vedere dagli altri, non dura a lungo: una settimana circa, dipende dal paziente. Dove viene fatto l’intervento? Per la blefaroplastica solo superiore o solo inferiore si può fare anche in ambulatorio, ma nel caso ci fossero delle patologie particolari del paziente si fa in day surgery. Un intervento sulle 4 palpebre si fa in day surgery e in qualche caso consiglio di fare un ricovero notturno. Una blefaroplastica solo superiore o solo inferiore si può fare in anestesia locale, una blefaroplastica per le quattro palpebre, invece, in anestesia locale con sedazione. Parliamo anche di terapia antibiotica: il paziente dopo l’intervento fa cinque o sei giorni di antibiotico e io prescrivo anche le lacrime artificiali e l’antibiotico in pomata che fa da protezione con l’esterno. Che grado di soddisfazione c’è nel paziente? Se la blefaroplastica è condotta con le dovute nozioni il paziente ha un’ottima soddisfazione e tempi brevi di recupero. Sembra ovvio ma non è così, perché c’è chi pensa che la blefaroplastica sia solo un “togliere le pellicine” e che la può fare chiunque. Grazie all'importante esperienza di apprendimento che ho avuto in Francia, dove ho sviluppato particolarmente la chirurgia ricostruttiva ed estetica del volto e quella palpebrale con maestri importanti a li-vello europeo e mondiale, posso affermare che ci sono curve di apprendimento che non possono essere eluse. Perché un atteggiamento di blefaroplastica ben condotto lavora anche sul muscolo, su dove deve essere il solco, sulla piega se si parla di palpebra superiore, con i dovuti posizionamenti delle borse. La chirurgia estetica, quindi, per fare un bel lavoro entra nella chirurgia funzionale. La palpebra inferiore, ad esempio, è più difficile della superiore e un intervento in mani improvvisate può fare dei brutti scherzi, come l’occhio tondo o la palpebra lassa. Questo accade perché chi opera è inconsapevole del fatto che deve fare un atteggiamento funzionale per fare un buon lavoro sull'atteggiamento estetico. La palpebra non perdona e se c’è un difetto di uno o due millimetri si vede subito il mal posizionamento palpebrale. Allora il paziente torna perché vede la fessura palpebrale disarmonica o ha l’occhio che lacrima, e si crea una situazione di complicanza. Perché la blefaroplastica è così significativa? Perché lo sguardo di una persona è la prima cosa che cattura la nostra attenzione. La blefaroplastica rivitalizza lo sguardo, una pesantezza palpebrale o un occhio stanco. Ma quello che voglio sottolineare è il fatto che la blefaroplastica è oggi riconosciuta come necessaria e coadiuvante in ogni altro intervento di ringiovanimento del volto, come un lifting. Perché l’attenzione si calamita sempre e comunque sullo sguardo di una persona, sui suoi occhi. Inoltre un aspetto che non va mai dimenticato è il collegamento armonico nel volto, per questo non è possibile fare interventi standard, uguali per tutti. Infine non tutto va risolto con la blefaroplastica. Se restano le cosiddette rughette si può fare il botox o il laser per levigarle. Anche qui tendiamo a armonizzare un atteggiamento chirurgico con uno di altro genere per completare del lavoro nel miglior modo possibile.