"Nei miei panni", gli studenti della scuola media "Sylos" dialogano con Kerolos, rifugiato egiziano

Questa volta i protagonisti sono stati i bambini della 1^B, che hanno intervistato Kerolos, un ventiquattrenne egiziano, giunto in Italia un anno fa ed appunto beneficiario dello SPRAR, ed accompagnato durante l’incontro dalla docente di italiano della Cooperativa Auxilium, Doriana Saltarelli, e dalla psicologa Maria Antonietta D’Aranno. A coordinare i lavori la prof.ssa Concita Fornelli.
I ragazzi hanno dialogato con Kerolos su tanti temi: l’Egitto, il suo vissuto, l’Italia e gli italiani, le differenze culturali, linguistiche, le tradizioni, le passioni, la famiglia, l’istruzione.
«Sono in Italia da un anno e ho lasciato in Egitto, a Sohag, una città nel sud del Paese, i miei genitori, la mia ragazza, un fratello che studia Giurisprudenza e due sorelle. Vedo la mia famiglia solo attraverso internet, vorrei tanto tornare lì, mi mancano, ma la situazione è difficile, ci sono continue tensioni, esplosioni, bombe, non una vera e propria guerra. Se dovesse succedere qualcosa alla mia famiglia, io andrei a morire. Dall’Egitto sono arrivato in aereo in Italia, a Roma e poi qui a Bitonto, dove ho incontrato subito gli operatori dell’Auxilium, che si impegna per l’integrazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella società italiana. Vivo in una casa con altri ragazzi di Siria, Iraq, Palestina, tutti immigrati».


Le differenze tra Egitto e Italia.
«Con la lingua non ho difficoltà, arabo ed italiano sono molto simili, è più difficile l’inglese. Queste sono le tre lingue che conosco. Ringrazio Dio per essere nato in Egitto e per essere egiziano. Dell’Egitto mi piacciono le tradizioni, è il Paese che ha dato le radici delle tradizioni a tutto il mondo, con milioni di persone che sono venuti a visitarci per conoscere la nostra cultura. Ricordo la “Festa della Mamma”, che si festeggia il 21 marzo. In Italia invece mi piacciono il Vaticano, la musica romantica di Laura Pausini e la buona cucina, in particolare la pizza, i panzerotti, la pasta al forno e la coca cola».
L’esperienza in Italia.
«Qui in Italia non ho mai sentito sentimenti di diversità o subito forme di razzismo. Neanche all’Università. Sono iscritto al Politecnico di Bari, studio Ingegneria Meccanica. Sono al terzo anno, già frequentavo l’università in Egitto, dove avevo fatto degli esami. Ed ora, iscrivendomi qui in Italia, ho recuperato gli esami già sostenuti ed ho ripreso gli studi da dove li avevo lasciati. Mi piace l’Italia ma per favorire l’integrazione tra culture e popoli dovrebbe consentire più lavoro».
I ricordi dell’Egitto.
«Ho lasciato il mio Paese per il terrorismo, manca la libertà. Uno dei momenti più brutti è stato quando i terroristi hanno bruciano la nostra Chiesa. Io sono cattolico e per loro noi siamo diversi, non veniamo accettati. Per questo sono venuto in Italia, perché rispetto ad altri Paesi economicamente più sviluppati, è un Paese cattolico. Ma quando ero in Egitto ho perso i sogni, il mio futuro».
Tante le curiosità e le domande rivolte dagli alunni a Kerolos, alcune anche divertenti e che hanno strappato sorrisi e qualche momento di gogliardia. Dall’abbigliamento alla preghiera, dall’istruzione al rendimento universitario. Insomma, tanti piccoli aneddoti che hanno avvicinato i bambini, piccoli giornalisti per un giorno, al mondo di Kerolos e all’Egitto.

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