«Grazie ad un bombardamento che c’è stato a Gaza –ha raccontato- si sono rotti i confini tra la mia città e l’esterno e son potuto partire. Ho attraversato un tunnel e sono arrivato in Egitto. Mi son procurato i documenti e son partito per la Svizzera, poi via terra sono arrivato in Norvegia. E qui, son nati i primi problemi». Infatti, nell’aeroporto della Norvegia Ahmed ha chiesto per la prima volta asilo politico, ma ha ricevuto un diniego. Allora, ha deciso di partire per l’Italia: «L’Italia mi ha accolto e non ne avevo il minimo dubbio. Sono convinto voi abbiate un grande cuore per la disponibilità di accoglienza di noi stranieri. Sapevo che qui avrei trovato la mia seconda casa. L’Italia è il punto in cui convergono diverse culture e non credo debba cambiare niente a tal proposito». Ahmed ama l’Italia e ha raccontato di essersi integrato facilmente perché ha sentito da subito compatibilità con il suo modo di essere. Perché è a Bitonto?«Prima ero nel campo di Bari-Palese e stavo avendo problemi per ottenere l’asilo. Per caso, mi son trovato a Bitonto e ho conosciuto Auxilium, che mi ha aiutato e offerto una casa. Ora sono felice perché ho tutto, a parte il lavoro e la mia mamma».
Il progetto di accoglienza Sprar è gestito, infatti, a Bitonto da Auxilium e offre la possibilità di totale integrazione all’interno della società.
Perché ha accettato di essere intervistato dai ragazzi? «Mi è capitato un’altra volta di raccontare la mia storia a ragazzi, però più grandi di voi, dell’Università di Oslo. Tuttavia, voi mi piacete. Non avete vergogna nell’esprimere il vostro pensiero. Sono qui per sfatare i miti che vengono costruiti sulla mia terra. La mia è una terra di pace. L’Israele e la Palestina, inoltre, sono due cose diverse».
Ahmed è rimasto sorpreso perché i piccoli giornalisti conoscevano la storia della sua terra. Non è stato l’unico della sua famiglia ad andare via. Ha sempre avuto la passione per la tecnologia, infatti, all’età di tredici anni già lavorava in un’azienda per riparare i computer a Gaza.
Parla molto bene l’inglese e non vuole andare via dall’Italia, anche se è cosciente che è difficile viverci per mancanza di lavoro. Se proprio dovesse andar via, andrebbe in Svizzera.
Fortunatamente, non ha subito atti di razzismo e questo è importante.
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