A Mondo Migliore, stamattina, chi ha visto la piccola Solyana serena tra le braccia dei suoi giovani genitori, avrà pensato ad un presepe vivente. Solyana è somala, ha solo sette giorni, e non sa che questo è il primo giorno di una vita nuova. Ma lo sanno la mamma e il papà, perché la famigliola fa parte dei 103 rifugiati arrivati il 19 dicembre all'aeroporto di Pratica di Mare direttamente da Tripoli con il corridoio umanitario (il primo dalla Libia) organizzato dal Governo in carica, grazie alla mediazione di don Aldo Buonaiuto e della comunità Giovanni XXIII. Le 103 persone strappate dai luoghi di detenzione libici, conseguenza dalle politiche disumane e inutili degli anni passati, sono soprattutto donne con bambini del Sudan, dell’Eritrea, della Somalia, del Congo. Parte di loro sono state accolte a Mondo Migliore. Sono tutti molto provati, non hanno con loro nulla, bagagli o effetti personali. Ma mentre passano le ore, grazie al supporto dei medici, degli psicologi, dei mediatori culturali, degli assistenti sociali, la paura e la sofferenza lascia il posto alla serenità, alla fiducia e al sorriso. Questo è vero in particolare per i bambini, incuriositi dalle luci dell’albero di Natale e del presepe, ma anche per gli adulti, che prendono coscienza che le sofferenze e le violenze subite sono alle spalle e che si può ricominciare. Il papà di Solyana stamattina ha già chiesto di iniziare il corso di italiano per imparare in fretta la nostra lingua. Il papà ha conosciuto la moglie in Etiopia, ma il loro viaggio verso l’Europa, iniziato 13 mesi fa, è diventato presto un incubo in Libia, dove sono stati rapiti, divisi, venduti a diverse bande di trafficanti e, poi, rinchiusi nel campo profughi nel quale l’UNHCR li ha segnalati come persone vulnerabili, anche perché, nel frattempo, è nata Solyana. Racconta Angelo Chiorazzo Fondatore Auxilium: “Nei primi colloqui con gli assistenti sociali e gli psicologi emergono storie terribili, sono vittime del traffico di esseri umani, sono stati rinchiusi in condizioni disumane e hanno subito violenze e torture. Sono esperienze comuni a centinaia di migliaia di persone migranti in Libia e non possiamo girarci dall'altra parte, questa è una situazione che deve essere affrontata insieme dall'Italia e dall'Europa”. Aggiunge Chiorazzo “É molto positivo che il Ministero degli Interni, per voce del Sottosegretario Molteni presente a Pratica di Mare il 19 dicembre, abbia detto che il Governo crede nella filosofia dei corridoi umanitari. Anche noi abbiamo sempre creduto che questo sia l’unico modo per far arrivare le persone in condizione di vulnerabilità in modo legale e sicuro e va ampliato il più possibile. Ma da soli i corridoi umanitari non possono svuotare i lager libici, che sono una vergogna dell’umanità a 70 anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo“. Per coincidenza, il primo corridoio umanitario del Governo in carica direttamente dalla Libia è avvenuto il giorno dopo la diffusione del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata della Pace, nel quale il Papa dice che “la pace è frutto di un grande progetto politico” ma è anche “una sfida che va accolta ogni giorno”. Un’occasione per riflettere a pochi giorni dal Natale.
Angelo Chiorazzo, racconta: "Storie terribili, vittime del traffico di esseri umani, hanno subito violenze e torture"
L'articolo del portale SanFrancescoPatronoD'Italia che racconta dell'arrivo all’aeroporto di Pratica di Mare dei 103 richiedenti asilo con il corridoio umanitario (il primo dalla Libia) organizzato dal Governo in carica.