Proteggere le persone, non i confini

Il bellissimo documentario racconta la storia del giovane Yousef e di tre suoi amici, che partendo dall’Afghanistan hanno camminato per seimila ottocento chilometri per raggiungere l’Austria. Dall’Afghanistan all’Europa, nove mesi a piedi seguendo le linee ferroviarie.

Hanno partecipato, dando il loro contributo al dibattito, mons. Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, Giovanni Dessì, segretario generale dell’Istituto Sturzo, Rosario Altieri, presidente dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, Gianfranco Marcelli, editorialista e già vicedirettore di Avvenire, Angelo Chiorazzo, presidente dell'Associazione Giovane Europa e fondatore della cooperativa Auxilium, Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 Ottobre, Valerio Cataldi, giornalista del TG2, Angela Caponnetto, giornalista di Rai News, Diego Bianchi (in arte Zoro), giornalista e presentatore del programma televisivo Gazebo.

Giovanni Dessì, segretario generale Istituto Sturzo

«Sono veramente lieto di dare il benvenuto a tutti voi che partecipate a questa iniziativa, agli illustri relatori che mi sono a fianco e sono veramente ancor più lieto dopo aver visto il documentario di ringraziare l’autore di questo documentario ed Angelo Chiorazzo che ha organizzato questa manifestazione.
Di fronte ad un atteggiamento superficiale che molte volte vediamo nei confronti di un fenomeno che è epocale, abbiamo visto un documentario in cui si evita superficialità facile perché atteggiamenti di totale rifiuto ideologicamente motivati in modo più o meno fantasioso o di totale apertura sono posizioni prettamente ideologiche che non colgono appunto il significato epocale dell’immigrazione. Lo Sturzo è lieto di accogliere questa iniziativa anche per una ragione storica perché da tempo è impegnato in qualche modo in progetti che hanno a che fare con questo e da questi progetti, uno in particolare che abbiamo realizzato d’accordo con il Ministero dell’interno e con organizzazioni internazionali dell’immigrazione in Niger, due cose ci sembra di aver capito. La prima è che in realtà il punto non è quello di creare barriere di filo spinato attorno all’Europa perché un fenomeno epocale non si ferma con il filo spinato. Il punto è provare a comunicare a persone che fanno questa drammatica esperienza quali siano le condizioni e le possibilità alternative. E questo abbiamo un po’ tentato di fare con questo progetto in Niger, sorprendendoci di una seconda cosa. Cioè che se si affronta il rischio di comunicare in loco, nei posti da cui le persone partono, di provare ad instaurare un dialogo, si hanno risultati sorprendenti, molto più anche praticamente efficaci che quelli che si ottengono col filo spinato».

Angelo Chiorazzo, presidente Associazione Giovane Europa e fondatore Auxilium

«Siamo di fronte ad un fatto epocale, un mondo che sta cambiando. Ci sono circa 60 milioni di persone che si spostano dalla loro terra. 12 milioni circa scappano. Sono uomini , donne e bambini che scappano da zone di guerra, da persecuzioni; in altri casi dalla povertà assoluta.
Tante volte abbiamo ascoltato dai nostri amici immigrati “abbiamo avuto la sfortuna di nascere dal lato sbagliato del mare”. Non esiste un lato sbagliato del mare. Non dovrebbe esistere un lato sbagliato. E quindi siamo di fronte ad un fenomeno che va governato, va capito e probabilmente bisogna cambiare completamente quelli che sono i nostri modi di pensare e vivere, quelli che abbiamo avuto fino ad oggi».

Gianfranco Marcelli, editorialista e già vicedirettore di Avvenire

«Siamo solo a luglio, ma sono almeno 54mila i migranti arrivati sulle coste italiane da inizio anno. Tanti, al punto che il 2015 si candida a diventare un anno record per gli sbarchi. I dati dell'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, raccontano anche di 1.850 persone morte o disperse nel Mar Mediterraneo dall’inizio dell’anno, un numero quasi sei volte superiore rispetto ai 280 del periodo gennaio-maggio 2014.
C'è bisogno di accoglienza. È innegabile. E i migranti soccorsi dovrebbero essere ospitati in maniera diffusa su tutto il territorio italiano».

Rosario Altieri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane

«Credo che tutto lo sconcerto, che ognuno di noi debba provare rispetto a drammi di questo genere, sia contenuto nello stesso titolo di questo dibattito, quello di proteggere le persone, non i confini.
E' necessario partire da questo per tentare di capire, non se occorra o meno essere disponibili all’accoglienza, ma come eliminare alcuni atteggiamenti che certamente non sono degni di una società civile».

Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 Ottobre

«Nel documentario abbiamo visto per lo più migranti provenienti dall'Afghanistan ma la condizione di profughi, costretti a camminare per mesi nella speranza di superare le frontiere, si estende anche a coloro che provengono dal Niger, dall'Etiopia, dalla Libia. Il problema non riguarda solo l'Italia, ma l'Europa. Pertanto vi è necessità di una politica comunitaria, condividendo questo fenomeno e ripartendo equamente i flussi».

Mons. Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes «Il nostro è un paese pieno di contraddizioni. Non riesco a comprendere come l'Italia, che ospita 45 milioni di turisti all'anno, non riesce ad accogliere 80 mila immigrati. Il nostro paese avrebbe bisogno di maggiore programmazione. Anche le stazioni ferroviarie, ad esempio, non sono predisposte per l'accoglienza dei bisognosi. Se lo fossero eviteremmo masse di stranieri abbandonati agli angoli delle fermate, con il conseguente rischio di generare intolleranza nei confronti dei migranti giunti qui per fuggire invece dalle condizioni tragiche delle loro terre di origine».

Valerio Cataldi, giornalista del TG2

«La discussione sul tema dell'immigrazione, organizzata da Angelo Chiorazzo e Auxilium, dimostra la parte sana di una cooperazione di cui questo Paese in questo momento ha estremamente bisogno.
Le opinioni su questo tema delicato possono anche non essere in sintonia, ma il confronto diventa motivo di crescita di una società e di un paese.
Raccontando queste storie mi sono reso conto che ciò da cui fuggono le persone, che quasi sempre vengono bloccate alle frontiere e spesso anche arrestate per mesi, è proprio quello di cui l'Europa ha più paura, cioè l'Integralismo Islamico. Il paradosso è che chi li respinge pensando che i migranti siano fondamentalisti non sa che invece loro scappano esattamente da questo».

Alla fine dell’incontro Angelo Chiorazzo ha invitato tutti i partecipanti e i relatori ad aderire alla campagna STOP alle false cooperative - promossa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane - sottoscrivendo la petizione, presso il punto di raccolta firme appositamente allestito dalla cooperativa Auxilium, per chiedere al Parlamento una legge con misure più severe ed incisive contro chi raggira regole e lavoratori.
Dopo le firme di Ernesto Olivero e Gianni Letta, raccolte in un precedente incontro, hanno aderito alla campagna anche monsignor Gian Carlo Perego, Valerio Cataldi, Diego Bianchi e Tareke Brhane, sostenendo la battaglia contro la falsa cooperazione.