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La posizione di Auxilium, nell'intervista ad Angelo Chiorazzo, sulle raccapriccianti immagini di Lampedusa

Eppure l’amministratore della cooperativa "Lampedusa accoglienza" dice che sottoporre i migranti a getti sanitari «è una consuetudine praticata a loro difesa» e che il personale del Centro siciliano ha eseguito «una indicazione delle autorità sanitarie», attuata in una condizione problematica, dovuta, cioè, alle centinaia di immigrati presenti e ai pochi bagni disponibili nella circostanza...

Non conosco l’amministratore della cooperativa "Lampedusa accoglienza" e non conosco il caso se non per i resoconti dei media. Tuttavia posso affermare, senza alcun dubbio, che anche se tali disposizioni fossero giunte da qualsiasi autorità, la cooperativa Auxilium e tutti i nostri operatori si sarebbero categoricamente rifiutati di eseguirle.

Quali sono i protocolli da affrontare, in ambito sanitario, quando un gran numero di migranti arriva in un Centro di accoglienza?
Bisogna effettuare un’attenta anamnesi e un esame obiettivo in ambito infettivologico mirante ad individuare la presenza di malattie infettive cutanee, trasmissibili per contatto diretto ed indiretto, e malattie infettive trasmissibili per via aerea, tra cui, soprattutto, la tubercolosi. In caso di sospetto, per esempio di scabbia, bisogna immediatamente attuare la relativa terapia; nel caso della tubercolosi, occorre procedere con indagini strumentali per accertare la diagnosi e porre in essere, quindi, la successiva terapia. Noi abbiamo puntato tantissimo sulla qualità delle strutture sanitarie presenti all’interno di ogni nostro centro, assumendo medici e infermieri con grande esperienza.

A prescindere da quanto documentato a Lampedusa, il nodo dell’accoglienza ai migranti torna quasi quotidiano nella scaletta delle emergenze del Paese: quali ulteriori provvedimenti andrebbero adottati subito dal nostro governo permigliorare il sistema?   Come priorità, si dovrebbero attuare delle corsie preferenziali in ambito sanitario che riescano a far fronte alle esigenze molteplici ed immediate. Come ad esempio è stato fatto nel Cara di Bari, dove Auxilium ha richiesto ed ottenuto la stipula di un protocollo d’intesa con l’Azienda sanitaria locale che prevede l’accesso, in tempi brevi, alle strutture sanitarie di ogni ordine e grado nel capoluogo e nella provincia per l’assistenza sanitaria ad ampio raggio degli ospiti.

Vito Salinaro

Camusso in visita al Cara di Bari

AVVENIRE - BARI, 19 Dicembre 2013 - «Un iter più veloce nell’esame delle richieste di asilo», ma anche «permessi di soggiorno temporanei » affinché «siano rispettati i nostri diritti»: sono le richieste avanzate da alcuni dei migranti ospiti nel Centro accoglienza e richiedenti asilo (Cara) di Bari-Palese, gestito dalla Cooperativa Auxilium, alla segretaria nazionale della Cgil, Susanna Camusso, in visita alla struttura. Nel Cara, dove ieri l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, ha celebrato una Messa, nonostante ci sia quasi il doppio delle persone rispetto alla capienza (1.400 per 800 posti), i migranti hanno riferito di essere «trattati bene. Qui non è Lampedusa, abbiamo tutto: cibo buono, cure mediche, dormiamo bene e siamo trattati con affetto». Ma una «gabbia», seppur dorata e senza sbarre, non è mai come «la libertà », ripetono. Camusso ha assicurato che continuerà «a difendere le istanze dei migranti, lavorando anche per migliorare la legge sull’accoglienza».

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