Humans: un progetto che va oltre i confini

Cos’è l’umano? Cosa ci rende umani? Queste sono solo alcune delle domande alle quali cinque ragazze statunitensi, studentesse dello Spring Hill College, il più antico college dell’Alabama, hanno cercato risposta durante il mese di stage che hanno condotto al CARA di Brindisi, partecipando a ogni fase dell’accoglienza, intervistando i migranti ospiti del centro e vivendo la loro giornata con gli operatori di Auxilium. Perché quando ci si rapporta con il fenomeno migratorio guardando le persone, i loro volti - e non solo numeri o statistiche - le cose cambiano. Il progetto dello Spring Hill College dei padri Gesuiti si chiama proprio Humans, è realizzato in partnership con Auxilium e organizzato dalla dottoressa Alia K. Nardini, direttore del programma Internship e Independent Research.
Obiettivo dello stage è stato quello di facilitare l’incontro tra gli studenti americani, la popolazione migrante, la cittadinanza, le autorità competenti, gli esperti e i volontari che si occupano di accoglienza. Ha detto Todd Waller, direttore della sede di Bologna dello Spring Hill College: "Posso assicurare che nessun altro programma statunitense in Europa offre un progetto così".

Humans non si è limitato a raccogliere storie concrete e esperienze sul campo ma è stato fonte di numerose iniziative nel mese di luglio in collaborazione con Auxilium.
Al termine dello stage, infatti, presso l’ex convento Santa Chiara di Brindisi, è stata allestita una bellissima mostra multi disciplinare (foto, disegno/pittura, scrittura, poesia) per raccogliere le testimonianze della popolazione migrante, dei cittadini, degli operatori e dei volontari, raccolte durante l’esperienza di volontariato presso il CARA e il CPR, presso Caritas e altre associazioni.
Inoltre è stato realizzato un grande murales nel Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo a Restinco, sulla base di un’idea originale delle studentesse americane. La parete, situata all’ingresso del centro, raffigura i pensieri e le emozioni che i migranti ospiti hanno elaborato nei momenti di art therapy che si svolgono nei laboratori del CARA.
“Svolgere attività pittoriche è una delle modalità che adottiamo qui al CARA di Restinco per superare le differenze personali, culturali e religiose”, hanno spiegano i nostri operatori a La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha dedicato un articolo all’iniziativa. Aggiungendo: "Il ‘fare cose’ insieme aiuta ad abbandonare gli individualismi, crea armonia e rinforza il senso di appartenenza alla comunità”.
“Gli ospiti si sono dimostrati estremamente ricettivi all’espressione artistica - ha commentato una delle studentesse che partecipavano al progetto - Vedere gli ospiti concentrati a disegnare ciò che amavano, la loro idea di comunità, i loro sogni, condividere immagini della loro casa e della loro famiglia, è un ricordo che porterò con me per sempre”.