Festa di Avvenire, per un mondo migliore senza le mafie

Durante la seconda serata de La Festa di Avvenire, a Matera, si è parlato di mafie e legalità. Sul palco il procuratore distrettuale antimafia di Palermo, Maurizio de Lucia, il procuratore distrettuale Antimafia della Basilicata, Francesco Curcio, Paolo Borrometi, condirettore dell’Agenzia Agi e Vincenzo Morgante, direttore di TV2000.

Una serata importante ed emozionante, che ha fatto capire, ancora una volta, da che parte dobbiamo stare, come ha detto Angelo Chiorazzo ringraziando i procuratori Maurizio De Lucia e Francesco Curcio, padre Marcello Cozzi e i giornalisti Paolo Borrometi, Vincenzo Morgante e Diego Motta: il secondo appuntamento della Festa di Avvenire in piazza San Francesco a Matera ha risvegliato le coscienze e offerto l’occasione per aprire una stagione nuova, più attenta al fenomeno mafioso e alle conseguenze che ha per la vita di tutti.

“Quello di stasera è un momento di riflessione che ci serve per capire dove va Cosa nostra e quali sono gli strumenti che dobbiamo mettere in campo, affinché il suo percorso abbia veramente una fine”, ha detto il Procuratore distrettuale antimafia di Palermo Maurizio De Lucia, per il quale il 16 gennaio 2023, giorno dell’arresto di Matteo Messina Denaro, ha chiuso una ferita e saldato un debito verso i servitori dello Stato che avevano perso la vita per catturarlo. L’equilibrio del Procuratore di Palermo ha colpito tutti, così come la chiarezza del dottor Francesco Curcio, Procuratore distrettuale antimafia della Basilicata: “La mafia bisogna volerla riconoscere. Se non si vuole vederla non si vede e così è stato per tanto tempo in Lucania. Per trovarla non basta seguire i fatti eclatanti, ma è necessario seguire il denaro, come insegnava Falcone”. La serata è stata condotta da Diego Motta, responsabile della redazione interni di Avvenire, e introdotta da don Marcello Cozzi, delegato della Conferenza Episcopale della Basilicata nell’Osservatorio regionale sulla criminalità. Don Marcello, che da tanti anni opera nel disagio sociale, nell’educazione alla legalità, nel contrasto alle mafie e nell’accompagnamento ai pentiti di mafia e ai testimoni di giustizia, ha ricordato come ci sia “il pericolo che la criminalità organizzata diventi criminalità normalizzata” e che la mafia possa rappresentare un welfare sociale illegale, alternativo a quello dello Stato.

Il condirettore dell’AGI Paolo Borrometi, sempre più di casa in Lucania, è uno dei giornalisti più esperti sulla capacità di infiltrazione che hanno le organizzazioni criminali e ha posto l’accento su un aspetto importante: “Messina Denaro aveva capito molti anni fa che nel silenzio si possono fare più affari e oggi la mafia è capace di inserirsi dappertutto, nella sanità come nei fondi del PNRR”. Ha colpito molto anche l’intervento di Vincenzo Morgante, direttore di TV2000, nato e cresciuto a Palermo, dove ha iniziato la sua carriera di giornalista: “La cattura di Messina Denaro – ha raccontato – è arrivata alla vigilia dei funerali di fratel Biagio Conte. Decenni di impegno da entrambe le parti, uno a rubare, corrompere e organizzare stragi, l’altro a togliere dal bisogno le persone e quindi a togliere ossigeno alle mafie. Da palermitano mi ha colpito molto questa coincidenza”.

Al termine della serata sul palco sono saliti alcuni ospiti della nostra Comunità Psichiatrica Casa Vallina, che hanno donato ai relatori dei quadri che Lucia, una di loro, ha realizzato con ricamo punto croce, tecnica nella quale è bravissima. Non poteva esserci un dono più significativo, al termine di una serata come questa, perché ha ricordato che con l’impegno civile, il lavoro, il rispetto della legalità, l’attenzione a chi viene escluso, possiamo ricucire e ricamare il tessuto sociale strappato dalla mafia. Rendendo il mondo migliore. GUARDA I VIDEO:
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