accoglienza migranti, dalla disperazione alla speranza

In occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza del 3 ottobre lo staff del SAI di Bitonto, gestito dalla Cooperativa Auxilium,  ha organizzato un evento dedicato ai viaggi della speranza e alla commemorazione delle decine di migliaia di persone in fuga dalla miseria, dalla guerra e dalla violenza, che sono morte in questi anni nel tentativo di raggiungere l’Europa. L'evento si è svolto nella prestigiosa Sala degli Specchi del Palazzo Comunale della cittadina pugliese

Da una vita segnata dalla paura ad una vita buona da costruire. È stato questo il grande viaggio di Sandrine, che ha raccontato la fuga dal suo Camerun, e che hanno fatto i ragazzi e i bambini accolti nel SAI di Bitonto, i quali hanno concluso con una stupenda canzone scritta da loro una serata davvero speciale, che si era aperta con  il saluto del Sindaco Francesco Paolo Ricci e dell’Assessore ai servizi sociali Silvia Altamura.

La serata è iniziata con la proiezione del cortometraggio “BORGES” di Andrea Cramarossa, un lavoro girato nel 2022 e concluso nel 2023 con protagonisti tre ragazzi maliani, ospiti, ai tempi, del CARA di Bari-Palese, allora gestito da Auxilium. Il cortometraggio - realizzato da Teatro delle Bambole in collaborazione con la Casa delle Culture di Bari - nel tempo ha avuto numerosi riconoscimenti all'estero e ha vinto ben 34 premi internazionali.

A seguire c’è stata la testimonianza del lungo e drammatico viaggio verso l’Italia di Sandrine, e, al termine della serata, i bambini e i ragazzi migranti del SAI di Bitonto, che partecipano al laboratorio di musicoterapia della dottoressa Caterina Coscia, hanno commosso tutti.

Il pensiero dell’Assessore ai servizi sociali Silvia Altamura: “È stato un momento di grande condivisione di esperienze di vita, ma anche di valori umani, come quelli contenuti nelle parole della canzone scritta dai minori che hanno partecipato al laboratorio di musicoterapia. Ascoltare dei ragazzini e delle ragazzine, che hanno alle spalle un vissuto dolorosissimo, cantare ‘rabbia e paura non sarà il mio destino’ mi ha emozionato”.

Racconta la coordinatrice del SAI Mariarosa Uccelli: “Serate come questa fanno toccare con mano che parliamo di persone e non di numeri. Vedere la speranza che si accende nei volti delle persone migranti, percepire che nel nostro territorio c’è tanta sensibilità, a partire dalle istituzioni, dà forza alla convinzione che un’accoglienza dal volto umano, reale, ordinata e trasparente è l’unica strada per affrontare il fenomeno delle migrazioni e per costruire un mondo più fraterno”.

L'esperienza di Sandrine è quella di milioni di altre persone nel bisogno e per questo vogliamo condividerla. Sandrine è arrivata in Italia in un bel giorno di primavera dell’aprile del 2023 insieme al fidanzato. Alle spalle una vita troppo difficile, un viaggio drammatico nel deserto, la detenzione in Libia e la pericolosa traversata nel Mediterraneo: “Ci sono tante ragioni per le quali le persone lasciano o fuggono dal proprio Paese di origine, povertà, guerra, discriminazioni – racconta Sandrine in un buon italiano - Io sono scappata per salvarmi da alcuni membri della mia famiglia, che hanno abusato di me fisicamente, moralmente e intimamente. E senza entrare in dettagli orribili, posso dire che hanno distrutto la mia infanzia, la mia adolescenza e parte della mia età adulta. Sono fuggita con il mio fidanzato, animata dalla speranza di costruire in un Paese sicuro una vita insieme, ma il viaggio non è stato facile e non consiglierei a nessuno di intraprenderlo, perché vuol dire mettere a rischio la propria vita: ho visto uomini, donne e bambini agonizzare nel deserto. E ho visto donne e uomini violentati e picchiati in modo atroce. Noi siamo stati vittime di truffe lungo la strada e quando siamo stati catturati e messi in prigione in Libia, l’unica possibilità di liberazione sembrava la morte! Ma siamo stati fortunati e grazie a Dio ci siamo salvati. Oggi viviamo nel centro di accoglienza del Comune di Bitonto e grazie agli operatori di Auxilium, alle loro parole, ai loro sorrisi, alle loro azioni quotidiane, abbiamo riacquistato il gusto della vita e un motivo per credere che il meglio per noi sia ancora possibile. Spero che l’Italia ci adotti, che avremo dei figli, un lavoro, insomma una vita normale e felice!”.