(M.Las.) Fonte: Avvenire
Prima messa nella cappella del Cie di Roma
L'idea di far nascere una cappella in un luogo in cui si alternano senza tregua migliaia di storie di sofferenza (il centro può ospitare sino a 350 stranieri, ed è quasi sempre a regime) non è estemporanea. Da tempo sono attivi nel centro, oltre ai volontari Caritas, anche le religiose dell'Usmi nazionale, il centro Astalli (il "servizio rifugiati" dei gesuiti) e gli operatori sociali della cooperativa Auxilium che gestisce il Cie. E allora, spiega don Emanuele Giannone, direttore della Caritas diocesana, è venuto naturale realizzare un luogo concreto in cui le persone potessero ricevere assistenza spirituale. Già esistente, nel Cie, un luogo di culto per i musulmani. Ma non c'è competizione, assicura don Emanuele. "Domenica scorsa - Giornata mondiale delle migrazioni - c'è stato il rito di benedizione della nostra cappella presieduto dal vescovo di Porto - Santa Rufina, monsignor Gino Reali, e i tanti musulmani hanno partecipato attivamente e con grande rispetto". Presente all'inaugurazione della scorsa settimana anche il direttore di Caritas italiana, monsignor Vittorio Nozza, che ha dunque celebrato con gli stranieri la giornata dedicata ai diritti di chi lascia la propria terra per fame, per guerra, o per motivi religiosi e politici. Musulmani e cattolici presenti nel centro vivono insieme, senza alcuna difficoltà, le tante attività di laboratorio che operatori sociali e volontari propongono ogni giorno, per rendere meno duro e più utile il tempo trascorso nel centro. La celebrazione eucaristica si svolgerà ogni sabato, e sarà presieduta da padre Gaetano Greco, cappellano anche presso il carcere minorile di Roma. Ma la cappella sarà aperta ogni giorno per la preghiera e per le confessioni.