Nell'ambito dei lavori congressuali Asp ed Auxilium (gestione nel Vulture-Alto Bradano il servizio di cure domiciliare e palliative) hanno avuto modo di presentare quattro "abstract" negli ambienti espositivi di Roma, mettendo in luce il lavoro settennale nel settore con tutti i particolari di operatività, anche dal punto di vista dei ruoli professionali e degli strumenti di innovazione necessari per poter potenziare tale servizio sul territorio. Questi i titoli degli "abstract": 1) Nad (Nutrizione artificiale domiciliare) in Basilicata Nord. Esperienza di 7 anni: pazienti, governo clinico, gestione, limiti; 2) Sette anni di terapia antalgica domiciliare nella stessa area lucana: aspetti clinici e peculiarità gestionali; 3) Lo psicologo nelle cure palliative domiciliari: uno, nessuno, centomila ruoli; 4) Il benessere psicofisico nell'infermiere di cure palliative domiciliari: un progetto di prevenzione. E si comprende bene come il tutto sia stato particolarmente apprezzato dai congressisti, molti dei quali hanno convenuto non solo sui contenuti ma anche e soprattutto sulle linee di indirizzo che l'Asp intende ancora realizzare, in particolare ai lavori congressuali di Roma hanno partecipato per l'Asp il dr. Gianvito Corona, direttore dell'Uo di Oncologia critica territoriale, e per la soc. Auxilium Francesco Montingelli coordinatore della "commessa cure domiciliari", Francesco Dinardo, medico "palliativista", il farmacista Vito Cavallo, le psicologhe Claudia Glionna, Michela Spennacchio ed Annarita Grieco, e l'infermiere professionale Michele Gambatesta.
Marcella Cavallo - psicologa
Cie, campo di calcetto a Ponte Galeria
E' stato un appuntamento importante in quanto il primo ad essere effettuato dopo il varo della legge n.38 dello scorso ottobre. Quella che detta le "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative ed alla terapia del dolore". Una legge che riconosce l'importanza di garantire le cure palliative a domicilio del paziente "in un'ottica di integrazione socio-sanitaria con la compartecipazione multiprofessionale al piano di cura". Innovazione metodologica, che da oltre un decennio è prassi consolidata operativa nella Basilicata nord nell'ambito delle cure domiciliari. Tutto ciò ha molto contribuito a creare il cosiddetto "Modello Venosa", apprezzato a livello nazionale ed europeo.