L’assistenza domiciliare integrata (Adi), fiore all’occhiello della Basilicata, rischia, se non uno stop, un forte ridimensionamento. Il paradosso è che proprio il servizio svolto in Lucania ha fatto da apripista, nei decenni scorsi, per tutto il Paese. Sin da quando la cooperativa sociale Auxilium, che assiste migliaia di cittadini, anche in altri territori e in convenzione con il Sistema sanitario nazionale, ha costruito un modello che ha anticipato i tempi. Il problema nasce dal fatto che la Regione Basilicata non ha ancora approvato i decreti attuativi per rinnovare il sistema di autorizzazione e accreditamento dei soggetti incaricati di erogare i servizi, così come previsto dal nuovo modello di erogazione delle cure domiciliari sancito dalla conferenza Stato-Regioni del 4 agosto 2021, che impegnava le Regioni ad attivare entro un anno (4 agosto 2022), un nuovo sistema di autorizzazione e accreditamento basato su severi requisiti di cui devono essere in possesso gli operatori pubblici e privati. «Alcune Regioni, però – spiega il presidente di Auxilium, Pietro Chiorazzo -, non hanno dato piena attuazione all’intesa, senza riuscire peraltro a disciplinare tutte le procedure esecutive. Parlo di Basilicata, Molise, Calabria». Eppure la modalità di servire i pazienti a domicilio, umanizzando le cure e alleviandole perché erogate a casa, è fondamentale per garantire un sostegno concreto a qualsiasi persona che vi faccia ricorso, in modo particolare alle fasce fragili e bisognose, malati e anziani; con un beneficio accertato, dati alla mano, sul fronte dell’aspettativa di vita. Senza contare che perseguendo il nuovo modello di accreditamento, si potrebbero sfruttare ingenti risorse provenienti dal Pnrr («in 14 mesi la sola Basilicata ha già perso quasi 14 milioni di euro», dicono da Auxilium) allargando pure la platea degli assistiti. Da Potenza si è dunque levato il grido di protesta della cooperativa lucana impegnata in regione dal 2000, attraverso una struttura articolata in cui lavorano 360 persone tra medici, infermieri, psicologi, operatori sociosanitari e anche 2 bioeticiste. «Persone che – riprende Chiorazzo - da anni aspettano una giusta stabilizzazione proprio attraverso l’accreditamento, mentre la Regione, ricorrendo al sistema delle gare, che è illegittimo, provoca ancora tanta precarietà a numerose figure professionali che hanno dato molto al sistema sanitario». Più volte e in diverse sedi, racconta il numero uno di Auxilium, la cooperativa ha rimarcato lo «stato dell’arte» e «la non rispondenza dello stesso alle nuove, urgenti e non differibili regole in materia. Finora la nostra voce è rimasta inascoltata, nonostante l’ampia esperienza nel settore e l’eccellenza dei servizi che ogni giorno e tra mille difficoltà, garantiamo a migliaia di uomini e donne di Basilicata e di altre regioni del Paese. Abbiamo scritto anche una lettera al ministro della Salute, Orazio Schillaci, per chiedere un suo intervento diretto affinché vengano finalmente completate dalla Regione Basilicata le procedure di autorizzazione e accreditamento all’erogazione delle cure domiciliari». La situazione per ora non ha fatto registrare alcun passo avanti. Così, il 9 maggio, la Cooperativa Auxilium ha inviato una lettera di diffida al governatore Vito Bardi, ai componenti della giunta e al dirigente generale del Dipartimento Salute – riservandosi di «agire in ogni sede per tutelare gli interessi di tanti soci lavoratori» -, sollecitandoli a rendere operative le norme in materia e «a chiarire i motivi del ritardo». La Regione Basilicata, interpellata da Avvenire, ha preferito «non fare commenti sull’argomento, almeno in questo momento, per ragioni di opportunità», vista «l’imminenza dell’espletamento di una gara d’appalto che riguarda l’Adi, prevista già nei prossimi giorni». Intanto, il personale di Auxilium, in stato di agitazione, scenderà in piazza, a Potenza, martedì e mercoledì prossimi, per reclamare una tempestiva soluzione del caso.
Avvenire, in Basilicata i lavoratori ADI scendono in piazza
L'articolo di Avvenire sulla situazione dell'Assistenza Domiciliare Integrata in Basilicata. Ebbene, la Regione Basilicata non ha ancora pubblicato le procedure di autorizzazione ed accreditamento all’erogazione delle cure domiciliari introdotte dallo Stato sin dal 2020 con apposita legge (n.178/2020). Alle nuove (ed inderogabili) normative nazionali, invece, si è già adeguata la quasi totalità delle Regioni, ma la Regione Basilicata ha scelto una strada antica e non rispondente al mutato quadro normativo.