«Stop alla gestione emergenziale. Migliorare si può»

Se la risposta è affermativa, dai Cara si può passare nel sistema dello Sprar, gestito dai comuni, in attesa di alloggio o lavoro. Questo sulla carta, in realtà il modello di accoglienza è spesso inefficiente, costoso e penalizzante per la dignità dei migranti. E Angelo Chiorazzo, 40enne fondatore di Auxilium e delegato da poco tempo di Uecoop - l’unione europea delle coop sociali - dispone di un osservatorio adatto per avanzare proposte. La cooperativa, oltre al Cara barese, gestisce infatti il Cie di Ponte Galeria, il più grande in Italia, e lo Sprar di Bitonto con circa 300 collaboratori e dipendenti tra operatori sociali e sanitari.. «Da credente – premette – ringrazio il Papa per la sua visita a Lampedusa. La situazione italiana può e deve migliorare. Bisogna uscire anzitutto dalla gestione di tipo emergenziale. Arrivano profughi da guerre e persecuzioni, vanno accolti e questo va distinto dalla lotta all’immigrazione irregolare». Il sovraffollamento tocca sia i Cara che i Cie. A Bari ci sono 1.300 ospiti, quasi il doppio dei posti previsti, e 37 etnie.

«Le attese delle risposte della commissione sono lunghe e questo aumenta il numero degli ospiti nei Cara. Il cui modello di ospitalità, però, è stato elogiato in sede europea. Andrebbe rivisto invece lo schema che colloca centri da 3.000 posti in paesi isolati e piccoli. Siccome lì dovrebbe iniziare l’integrazione, così non si può fare molto. Il problema più urgente sono i Cie, che non condivido e che viaggiano sul filo dell’incostituzionalità perché i tempi di trattenimento dei migranti sono troppo alti. Lo Sprar soffre di carenza di posti, ma è gestibile perché ospita i rifugiati a piccoli gruppi». Da dove partire per cambiare? «Venerdì scorso in rappresentanza di Uecoop siamo stati ricevuti dal Santo Padre. Terminata l’udienza, abbiamo chiesto appuntamento al ministro Alfano per proporgli di apportare modifiche senza inutili demagogie al sistema. E senza aumentare i costi, perché in un momento come questo occorre responsabilità. Bisogna rafforzare il lavoro delle commissioni perché diano risposte alle domande di protezione in tempi brevi. E poi non più grandi Cara nei piccoli centri. Questo può migliorare subito il sistema rispettando la dignità delle persone».

Paolo Lambruschi