Auxilium alla preghiera per Gaza

La sera del 22 settembre la grande basilica di Santa Maria in Trastevere non riusciva a contenere le migliaia di persone che hanno risposto all’invito di pregare insieme per Gaza. Ma le antiche mura e le volte della basilica non potevano neanche contenere l’emozione che si percepiva tra coloro hanno partecipato a questo straordinario momento di preghiera, che Auxilium ha promosso insieme alla Comunità di Sant’Egidio e a tante realtà del mondo cattolico.

Il Cardinale Gualtiero Bassetti, che ha presieduto la veglia di preghiera, ha detto nella sua omelia che “pregare e vigilare su Gaza non implica dimenticare tutte le altre vittime di atrocità, ma avere la coscienza che ogni guerra, ogni atrocità, ogni violazione dei diritti umani è il frutto di decisioni puntuali, che generano sofferenza in punti precisi della terra. La guerra - ha sottolineato Bassetti - non è mai una disgrazia che capita a caso; è decisa ed è voluta. Non siamo stati in grado di fermare questa concatenazione di scelte prima che producesse gli effetti più atroci".

Per questo è stato così importante dare voce al grido di Pace che si leva anche nel nostro Paese. Il Presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, nel salutare le tante persone che hanno partecipato alla veglia ha ricordato le parole “del grande Giorgio La Pira: La preghiera ha una forza storica. Noi crediamo che la preghiera abbia una forza storica, pacifica, non violenta, che può smuovere i cuori perché finisca la guerra, finisca l’occupazione, finiscano le violenze, i bombardamenti e siano liberati gli ostaggi, e ritorni il rispetto del diritto internazionale in quella terra”.

Una terra che Il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, che si è collego con Santa Maria in Trastevere, conosce bene. Il Patriarca di Gerusalemme dei Latini ha usato parole dirette e chiare: “Abbiamo lasciato il campo agli estremisti dell’una e dell’altra parte”. Ma Pizzaballa ha anche testimoniato la presenza di segni di speranza: “Vedo tanti miti, tante persone che si mettono in gioco, che fanno la giustizia pagandola a caro prezzo: israeliani, palestinesi, ebrei, cristiani, soldati. Qui non è questione di appartenenza ma di umanità”.

Gli operatori Auxilium di Roma - che hanno partecipato alla preghiera insieme alle loro famiglie e ai ragazzi del Protettorato San Giuseppe - hanno aperto nel portico della basilica la nostra Bandiera della Pace, il grande striscione divenuto un simbolo di fratellanza e dialogo tra i popoli: dopo che Papa Francesco volle autografarlo nel 2016, infatti, tantissime personalità del mondo della politica internazionale della cultura, dell’economia e delle diverse religioni, apposero la loro firma vicino a quella del Papa per unirsi al messaggio che la Bandiera della Pace porta con sè.