Una memoria che serve al presente

La cooperativa Auxilium ha ricordato il Presidente Giulio Andreotti, con una Messa a Santa Maria in Aquiro, a dieci anni dalla sua scomparsa.

Nella giornata del 6 maggio, con emozione e gratitudine, la cooperativa Auxilium ha ricordato il Presidente Andreotti, con una Messa a Santa Maria in Aquiro, la sua parrocchia da bambino, nel centro di Roma, a poche decine di metri dai Palazzi del Parlamento e del Governo, dove avrebbe speso la sua vita al servizio della Repubblica.

Nell’omelia, Sua Eccellenza monsignor Fisichella ha ricordato la profonda fede cristiana di Andreotti, leggendo anche brani commoventi tratti dai diari e dalle lettere che il Presidente lasciò affinché fossero aperte in caso di sua morte improvvisa. Dieci anni fa, quando morì Andreotti, il dottor Gianni Letta - presente anche lui alla celebrazione - disse che una volta dissolta la polvere della cronaca e delle polemiche, la luce della storia avrebbe reso giustizia su quanto ha fatto per la nostra Repubblica. Quel tempo è arrivato, anche perché, per comprendere il nostro presente, abbiamo bisogno di recuperare la cultura politica di personalità come Giulio Andreotti, che hanno costruito l’Italia e l’Europa.

Tante persone hanno riempito la Chiesa di Santa Maria in Aquiro e insieme ai familiari, agli amici, ad alcuni politici che hanno lavorato con lui, c’erano anche giovani che hanno avuto modo di conoscere la figura di Andreotti. Un bel segno, perché Andreotti ha sempre avuto una grande attenzione per il mondo universitario e per gli studenti. Un’attenzione che dipendeva dalla straordinaria esperienza vissuta nella Fuci di Montini insieme ad Aldo Moro e ad altri della sua generazione.

Un’attenzione, quella al mondo universitario, che ha inciso anche sulla storia di Auxilium, come ha raccontato Angelo Chiorazzo nella riflessione che ha scritto per il quotidiano Avvenire (leggi qui l'articolo) del 6 maggio: “Nel 2000 invitai Andreotti ad intervenire all’Università La Sapienza, al congresso dei rappresentanti degli studenti delle università europee. Fu una giornata straordinaria, dalla quale nacque un rapporto di amicizia e di guida paterna, che fu fondamentale per noi universitari che iniziavamo il nostro impegno lavorativo nella cooperazione. Andreotti ci ha insegnato il primato della qualità, al quale la sua generazione era stata educata da san Paolo VI”.