Premio "Liberi e Forti" alla memoria di Antonio Megalizzi

La prima edizione del "Premio Liberi e Forti" è stato assegnato alla memoria di Antonio Megalizzi.

La prima edizione del Premio Liberi e Forti, istituito in occasione del centenario dell’appello di Luigi Sturzo, è stato assegnato alla memoria di Antonio Megalizzi, il giovane giornalista di Trento ucciso da mano terrorista a Strasburgo. Nel corso di una commovente cerimonia, carica di significato, Paolo Borrometi con padre Antonio Spadaro hanno consegnato il premio  - promosso da ILF Liberi e Forti e dall’Associazione Giovane Europa - nelle mani della mamma Anna Maria e della fidanzata, Luana Moresco. Antonio l'europeo, com'è stato definito dopo la sua morte nel corso di una cerimonia commovente e carica di significato. Il premio, è stato consegnato da Paolo Borrometi e da padre Antonio Spadaro nelle mani della mamma Anna Maria e di Luana Moresco, la fidanzata di “Antonio l’europeo”, come è stato definito dopo la sua morte. Una definizione che, ha detto Antonio Spadaro SJ, va al nodo della questione: oggi siamo abitanti dell’Europa, ma non siamo ancora cittadini. E Antonio - ha aggiunto il direttore de La Civiltà Cattolica “si era innamorato dell’Europa, ed è andato al cuore delle istituzioni europee per raccontarle via radio perché credeva in un mondo più unito e solidale". Anche Giuseppe Fioroni ha sottolineato come Megalizzi sia un buon maestro per i giovani, per troncare la spirale di odio e di violenza e tornare ad essere costruttori di pace e di progresso. La cerimonia presieduta da Lucio D’Ubaldo ha visto anche gli interventi di di Raffaele Lorusso, segretario FNSI, di Salvatore Martinez presidente Fondazione Casa Museo Sturzo e della giornalista Maria Antonietta Calabrò. Angelo Chiorazzo, presidente dell’Associazione Giovane Europa ha introdotto l’incontro esprimendo la gratitudine ad Antonio attraverso la mamma e la fidanzata: “Questa tragedia ci ha fatto scoprire che c’è un’Italia migliore di quella che ci raccontano. L’Europa e l’Italia ha bisogno di persone come Antonio, un giovane che nel silenzio, nella sobrietà, nel lavoro incarnava gli ideali europei contagiando chi aveva intorno.